COSA NOSTRA

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NASCITA

Cosa nostra è una delle più importanti organizzazioni criminali d’Italia e nel mondo. Le sue radici sono molto antiche sebbene non si resca a datare con precisone la sua nascita. Alcuni autori e studiosi sostengono che sia l’evoluzione di alcune sette già presenti in Sicilia come quella dei Beati Paoli attiva nella regione nel XII secolo. Molti studiosi sostengono invece che Cosa Nostra sia l’evoluzione del brigantaggio un fenomeno criminale attivo in seguito all’unità d’Italia che ha avuto come massimo esponente Salvatore Giuliano1 2

Le prime rivendicazioni della mafia siciliana rivolte allo Stato avevano come obiettivo la riforma agraria. In Sicilia alla fine dell’800 nacquero i fasci siciliani ossia dei movimenti rivoluzionari d’ispirazione socialista. Erano organizzazioni pericolose: spesso rapivano politici o alti dirigenti in cerca di favori1.

OSSO, MASTROSSO E CARCAGNOSSO

Altre persone aggiudicano a Osso, Mastrosso e Carcagnosso, la creazione delle 3 mafie. Si narra che questi 3 cavalieri spagnoli abbiano ucciso un amico del re perché aveva corteggiato la loro sorella. Per questo, i tre fratelli vennero arrestati e portati al carcere di Favignana dove rimasero per 30 anni. Lì i 3 cavalieri stilarono un codice d’onore e tutto ciò che serviva per dettare le regole di un buon clan. Quando i 3 cavalieri finirono di scontare la loro pena si trasferirono nelle 3 regioni predilette dalle mafie: rispettivamente Sicilia, Calabria e Campania. 

COSA NOSTRA E LA SECONDA GUERRA MONDIALE

Durante la Prima Guerra Mondiale Cosa Nostra accrebbe molto il suo potere perché cominciò ad accogliere e soddisfare le richieste dei cittadini e dei pastori rimasti nella miseria. In quel periodo aumentarono molto i furti di bestiame e molte persone non sapevamo di che vivere1. 

Secondo alcune indagini Cosa Nostra ha avuto un ruolo di rilevanza per lo sbarco degli alleati in Sicilia. Le inchieste riportano che Lucky Luciano, boss di Cosa Nostra Statunitense abbia fatto degli accordi per far arrivare gli americani nel sud Italia1.

Alcuni studiosi ritengono anche che Benito Mussolini abbia avuto a che fare con la mafia. Vito Genovese, infatti, uno dei più importanti boss di Cosa Nostra americana, fu insignito proprio da lui come Commendatore della Corona Italiana, la più alta onorificenza del tempo. Sempre in quegli anni Vito divenne l’interprete di Charles Poletti, responsabile degli Affari Civili. Questa carica permise a Vito di commerciare illegalmente il pane e l’olio destinati ai soldati in guerra3.

SALVATORE GIULIANO E LA STRAGE DI PORTELLA DELLA GINESTRA

In Sicilia a partire dagli anni ’40 si sviluppò il Movimento Indipendentista Siciliano, abbreviato MIS. Il partito divenne legale nel 1946 ed ambiva alla separazione della trinacria dall’Italia1.

Un anno prima, nel 1945, Salvatore Giuliano venne arruolato come braccio armato nell’associazione. Anche in seguito alla legittimazione del partito, Giuliano e la sua banda continuarono a fare attentati. Le caserme dei carabinieri ed i movimenti delle masse contadini erano i bersagli numero uno del bandito. Si può ricordare ad esempio la Strage di Portella della Ginestra, probabilmente l’eccidio più catastrofico precedentemente alle stragi mafiose che costò la vita ad 11 persone. La strage venne organizzata per uccidere la folla di contadini riunita per celebrare la festa dei lavoratori1.

Nel 1950 Salvatore Giuliano viene ucciso da Gaspare Pisciotta che prese immediatamente le redini della banda. Successivamente, però, il nuovo bandito venne arrestato e durante il processo in tribunale, accusò alcuni deputati di essere stati mandanti della Strage di Portella della Ginestra1.

Nel 1950 fu varata la riforma agraria e le opere di bonifica per le terre meridionali vennero affidate a 3 mafiosi siciliani1.

LA DITTATURA DI FIDEL CASTRO E L'INCONTRO AL GRAND HOTEL ET DES PALMES

Quando Cosa Nostra cominciò a fare affari nel mercato della droga, nel 1956 salì al potere Fidel Castro instaurando una dittatura e sbaragliando quella di Fulgencio Batista. La sua ascesa generò una grave instabilità politica non favorevole agli affari di Cosa Nostra. In un primo momento i boss americani pensarono di concentrare le piantagioni di eroina nella loro terra madre, la Sicilia. I boss di Cosa Nostra americana (Bonanno, Galante, Bonventre, Garofalo, Palermo, Sorge, Di Vitale, Di Bella e Lucky Luciano) incontrarono i mafiosi siciliani al Grand Hotel et Des Palmes. La riunione durò dalla mattina del 12 ottobre all’alba del 16 e portò alla creazione, anche in Italia, della “Commissione” al quale dovevano fare capo tutti i mandamenti3.

L'ORIGINE DEL NOME "COSA NOSTRA"

Il nome Cosa Nostra sembra che l’abbia creato proprio Lucky Luciano, quando in un interrogatorio gli venne chiesto che cosa fosse la loro organizzazione e lui risposoe con: “it’s our thing”. Da quel momento in poi l’organizzazione utilizzò questo nome sia in America che in Italia dove venne tradotto in “Cosa Nostra”.

GLI ANNI '5O-'6O E GLI INVESTIMENTI PUBBLICI

In Italia il periodo di arricchimento di Cosa risale al primo dopoguerra con la riforma agraria, il Sacco di Palermo ed altri investimenti pubblici reindirizzati a Cosa Nostra grazie alle infiltrazioni mafiose presenti negli uffici amministrativi e politici.

LA RIFORMA AGRARIA

La legge riguardante la riforma agraria fu varata nel 1950 e serviva a togliere ai latifondisti i grandi appezzamenti di terra cedendoli in parte ai comuni contadini.

Questa riforma si rivelò straordinaria per i mafiosi di Cosa Nostra che gestirono interamente la realizzazione di questa norma guadagnando enormi somme di denaro. In quel periodo i lavoratori degli enti pubblici schizzarono da 800 a circa 1350 e tra questi c’erano alcuni dei più importanti boss di Cosa Nostra come Calogero Vizzini, Giuseppe Genco Russo e Vanni Sacco che in prima persona si occuparono della riforma agraria1.

IL SACCO DI PALERMO

Sempre in quegli anni un grosso investimento fu versato per la ricostruzione di molte abitazioni e strutture distrutte dai bombardamenti. Anche in questo caso i mafiosi ne trassero enormi guadagni: si proponevano nelle gare d’appalti con prezzi stracciati vincendo sistematicamente. Cosa Nostra riusciva a proporre prezzi bassissimi utilizzando materiali di bassissima qualità o sottopagando i lavoratori1.

Come per la riforma agraria, anche in questo caso l’infiltrazione mafiosa negli enti politici ed amministrativi era indispensabile. I politici che hanno agito e favorito per Cosa Nostra nel periodo del sacco di Palermo sono diversi ma i più importanti e collusi sono: Giovanni Gioia, Salvo Lima e Vito Ciancimino, tutti politici del partito democristiano1.

LA PRIMA GUERRA DI MAFIA

Durante e successivamente a questi anni Cosa Nostra vedrà un periodo di crisi, dominato da tradimenti tra cosche, uccisioni, e un grave peggioramento dei rapporti tra i clan. La serie di vicende che si susseguiranno in questo periodo si riuniranno nella “prima guerra di mafia” 1.

La prima guerra di mafia potrebbe essere considerata una guerra civile combattuta tra le cosche di Cosa Nostra nella prima metà degli anni sessanta1.

Tutto è nato da una partita di droga. Il mafioso Calcedonio Di Pisa si occupava di inviare partite di droga in America. Una volta, però, il carico era ridotto e venne affidata a lui la colpa. Diversi mafiosi andarono a parlare con lui e tutti pensarono che non fosse colpa sua perciò lasciarono il caso aperto senza stabilire alcuna sentenza. Tuttavia, il 26 dicembre 1962, il boss vene trovato morto e venne affidata la colpa al clan rivale. Da quel momento si scatenarono numerose uccisioni, attentati, tradimenti, e non solo da 2 clan perché le alleanze erano molte. I clan che parteciparono a questa guerra sono: la cosca di Resuttana, di Boccadifalco, di San Lorenzo e de La Barbera1.

Gli attentati continuarono fino al 30 giugno 1963 quando venne organizzata la strage di Ciaculli destinata al mafioso Salvatore Greco1.

Questo attentato ebbe un’importanza enorme in quel periodo perché uccise 7 agenti delle forze dell’ordine e questo fece molto scalpore nell’opinione pubblica che da quel momento cominciò ad avvalere l’ipotesi dell’esistenza di un organizzazione mafiosa. In seguito a quella vicenda molti mafiosi vennero arrestati, la Commissione venne sciolta e molti clan mafiosi sospesero le loro attività illecite1.

Soltanto successivamente si scoprì che l’uccisore di Calcedonio di Pisa fu Michele Cavataio che realizzò l’attentato per ridurre la potenza e l’importanza delle altre cosche. Quando la verità venne galla Cavataio fu immediatamente ucciso. Dunque con la strage di via Lazio il 10 dicembre 1969, il boss ed alcuni dei suoi uomini vennero uccisi1.

LA SECONDA GUERRA DI MAFIA

Dopo l’uccisone di Cavataio i mafiosi di Palermo si incontrano con quelli delle altre province per riformare nel 1970 una nuova Commissione. Venne formato un triumvirato che governò Cosa Nostra per diverso tempo. Era costituito da: Gaetano Badalamenti, Stefano Bontate e Luciano Liggio.

Quattro anni dopo venne rifondata la Commissione e fu affidata la sua gestione a Gaetano Badalamenti. Nel 1975, invece, venne fondata la Commissione Regionale formata dalle province di Palermo, Trapani, Agrigento, Caltanissetta, Enna e Catania.

La Commissione Regionale si occupò innanzitutto di vietare le estorsioni agli imprenditori di Palermo. Questa era una mossa rivolta a Riina e Luciano Liggio che insieme estorcevano i commercianti vicini a Bontate e Badalamenti per ridurre il loro prestigio.

La seconda guerra di mafia viene definita una lunga serie di tradimenti messi in scena da Riina. Il boss nel 1981 uccise un mafioso alleato a Bontate, il quale organizzò immediatamente l’uccisione del Corleonese. Riina riuscì a sventare l’attentato e decise di uccidere Bontate il suo compagno Inzerillo.

Da quel momento attraverso una sfilza di tradimento il clan di Bontate fu decimato e tra i morti ci fu anche il boss Rosario Riccobono.

La seconda guerra di mafia ebbe luogo non solo in Italia ma anche negli Stati Uniti, dove Inzerillo ottenne la protezione dai fratelli Gambino di New York.

Tra il 1981 e il 1983 i corleonesi uccisero moltissimi parenti ed alleati di Tomasso Buscetta, Gaetano Badalamenti e Salvatore Contorno.

I GUADAGNI DI COSA NOSTRA NEGLI ANNI '70

Negli anni 1973-1974 i mafiosi di Cossa Nostra stavano aumentando le loro ricchezze grazie alla vendita di contrabbando di sigarette. Queste venivano smistate a Napoli dal mafioso Michele Zaza, il quale insieme a Bardellino volevano essere combinati all’interno di Cosa Nostra.

Negli anni successivi i mafiosi si concentrarono sul traffico di droga, specialmente dell’eroina che gestivano con i thailandesi ed i turchi. I mafiosi di Cosa Nostra: Badalamenti, Bontate ed Inzerillo, gestivano il traffico di eroina nel Nordamerica. La quantità che esportavano i boss equivaleva al 30% di quella consumata negli Stati Uniti.

Totò Riina cominciò ad acquistare potere nel 1977, quando uccise il colonnelo Giuseppe Russo senza l’approvazione della Commissione Regionale.

Da quel momento si scatenarono diversi rivendicazioni ed uccisioni tra il clan dei corleonesi e quelli nemici. In quel Periodo Gaetano Badalamenti decise di fuggire in Brasile per paura di essere ammazzato. Riina allora lo sostituisce all’interno della Commissione con Michele Greco.

I DELITTI ECCELLENTI E LE STRAGI DI COSA NOSTRA

Dal 1979 in poi Riina organizzò le stragi per i cosiddetti delitti eccellenti che uccisero persone di spicco come: Michele Reina, Boris Giuliano, Piersanti Mattarella, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Pio La Torre, Libero Grassi, Emanuele Basile…

Il 23 maggio Cosa Nostra organizzò la strage di Capaci ed il 19 luglio quella di Via D’Amelio. Il 15 gennaio 1993 i Carabinieri del Ros di Palermo riuscirono ad arrestare il capo di Cosa Nostra Totò Riina. Da quel momento la strategia stragista fu portata avanti da altri boss di Cosa Nostra tra i quali: Matteo Messina Denaro, Leoluca Bagarella, Giovanni Brusca ed i fratelli Filippo e Giuseppe Graviano.

LE RISPOSTE DELLO STATO

Nel 1982 vennero uccisi Carlo Alberto Dalla Chiesa e Pio La Torre che aveva proposto la legge contro le associazioni mafiose.

Dopo l’uccisione di Pio La Torre fu varata la sua legge e dopo quella di Rocco Chinnici venne istuito il pool antimafia che nel 1985 riuscì a celebrare il maxiprocesso grazie soprattutto alle rivelazioni dei pentiti tra cui Tommaso Buscetta e Salvatore Contorno. 

Tra il 1992 e il 1993 i mafiosi organizzarono alcune delle più importanti stragi in seguito alla conferma in Cassazione delle condanne del Maxiprocesso.

L’11 aprile 2006 è una data storica per i mafiosi di Cosa Nostra perché quel giorno il boss Bernardo Provenzano venne arrestato a Corleone dopo 43 anni di latitanza.

Solo nel 2023 si riuscì a catturare l’ultimo boss che comandava durante la strategia stragista: Matteo Messina Denaro. Fu catturato all’interno di una clinica privata a Castelvetrano 30 anni dopo l’arresto di Totò Riina.